
Metodo Martinotti-Charmat, cosa rende il nostro Valdobbiadene DOCG unico nel suo genere
Le vivaci bollicine che salgono lungo il bicchiere per minuti e minuti, sono il risultato di un lavoro di mesi e mesi, talvolta anche d’anni.
Secondo la normativa, uno spumante è quel prodotto “ottenuto dalla prima o dalla seconda fermentazione alcolica di uve fresche, di mosto di uve, di vino, caratterizzato alla stappatura del recipiente da uno sviluppo di anidride carbonica”.
Il Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG, come molti altri spumanti di qualità, deriva da una storia, un’esperienza ed un’evoluzione centenaria che nasce in Francia alla fine del 1600 nella regione dello Champagne, il progenitore delle nostre bollicine.
Proprio da qui prendono il nome il vino ed il metodo di produzione stesso, Champenoise o Metodo Classico, in cui furono codificate le pratiche enologiche scoperte ed ideate da Dom Pierre Perignon, monaco di un monastero benedettino.
Negli spumanti ottenuti con questo metodo, i colori tendono al dorato, i profumi di fiori bianchi e gialli sono particolarmente intensi ed i sapori ricordano il lievito o la crosta di pane, la frutta fresca o secca. Tali tratti distintivi derivano da un lungo e lento processo di affinamento in bottiglia, destinato a tipi d’uva dal carattere neutro, per cui la sosta sul lievito fa sì che ci siano dei rilasci organolettici che andranno a costituirne l’aroma.
Varietà aromatiche o semi-aromatiche, come nel nostro caso per l’uva Glera, si prestano invece ad una permanenza breve sui lieviti che consente di rispettare i sentori naturali del frutto. Colori tenui dalle tonalità giallo paglierino e riflessi verdolini, aromi vivaci e fragranti con accenni di frutta e fiori appena colti, sapori meno strutturati e freschi appartengono al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, uno spumante ottenuto con Metodo Martinotti-Charmat, e che negli anni ha raggiunto una qualità e personalità confrontabili con le migliori produzioni mondiali.
Fino alla fine del 1800 non esisteva alcun altro modo oltre al Metodo Classico per poter spumantizzare il vino. Fu grazie all’italiano Federico Martinotti che venne ideato il metodo della rifermentazione in autoclave, poi costruito e brevettato dal francese Eugene Charmat nel 1910.
Il procedimento per le due tipologie è molto simile, la differenza più grande consiste nel recipiente utilizzato per la seconda fermentazione con la quale si crea la bollicina: bottiglie per il Metodo Classico ed autoclavi per quello Martinotti-Charmat.
Procedure che permettono di elaborare bollicine pregiate, a patto però che si parta da vini base di qualità, dietro ai quali coesistono sempre due elementi essenziali: uomo e territorio.
Vitigni adatti situati in terreni calcarei e ben drenanti, climi e temperature fresche, elevata escursione termica diurno-notturna, oltre che una buona esposizione luminosa, sono le principali condizioni per produrre uno spumante di pregio e qualità, e che ritroviamo lungo tutto la Denominazione del Conegliano Valdobbiadene; ad esse va affiancato il duro lavoro in vigneto, conoscenze, sensibilità e percezione dell’enologo che intravede e sviluppa la proiezione futura dei vini base derivanti dall’ultima vendemmia.
*Regolamento CE 479/08 della normativa UE
Nani Rizzi
Nani Rizzi Az. Agr. di Spagnol Denis
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